giovedì 26 luglio 2012

Riprendiamoci le piazze e diamo colore alla città

Riprendiamoci le piazze, riempiamole di sguardi,ascoltiamone le parole colorate pronunciate dai nostri fratelli respinti dalla loro terra e che nella nostra cercano pace.
Riprendiamoci le piazze per difendere i diritti di tutte e di tutti, per isolare le schegge impazzite che feriscono, a volte uccidono con bombole di gas o con l’incuria.
Riprendiamoci le piazze per salvarci tutti e tutte insieme. Diventiamo cittadini e cittadine consapevoli e uomini e donne capaci di restituire ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze il futuro che gli è stato sottratto.

Nichi Vendola

lunedì 23 luglio 2012

Austerità e fiscal compact peggiorano la crisi


Nella distrazione e nel silenzio piu’ impotente la Camera dei Deputati ha approvato il Mes (meccanismo europeo di stabilita’) e il Fiscal compact. Sono due imposizioni della politica dell’austerita’ promossa in primo luogo da Angela Merkel. Sono due strumenti che, insieme all’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione (anche quella modifica e’ passata senza alcun dibattito nel Paese), impongono una riduzione della capacita’ decisionale delle istituzioni democratiche.
Non a caso in Germania, che pure e’ la massima esponente di questa linea, la corte costituzionale ha posticipato a settembre il pronunciamento sui ricorsi di costituzionalita’ che hanno accompagnato questi provvedimenti. Dobbiamo sapere che il Paese reale, i disoccupati ma anche i lavoratori, sempre piu’ esposti alla poverta’, saranno i piu’ colpiti dalle nuove tasse e dai tagli alla spesa sociale.

Welfare e pieni diritti nel programma


Sottoscrivere il vincolo di maggioranza come propone Bersani? «Sono d’accordo perché non possiamo esporci alle stesse sceneggiate che hanno determinato, con il protagonismo nefasto di Mastella, la caduta del governo Prodi. E anche perché dobbiamo tracciare una linea netta con il liberismo, soltanto così i riformisti diventano egemoni di una svolta non solo italiana ma europea». Il leader di Sel, Nichi Vendola, dice sì alla cessione di un pezzo di sovranità da parte degli azionisti della futura maggioranza, ma sui diritti civili alza la posta: «Non mi basta più il riconoscimento delle coppie di fatto. Adesso si parla di matrimonio gay».

Vendola, la piattaforma indicata da Bersani la convince?
«Prima di ogni altra considerazione chiedo al Pd di entrare nelle aule di Camera e Senato con la schiena dritta sui finanziamenti al servizio sanitario nazionale, i trasporti e la privatizzazione delle società “in house”: sono tre capitoli della spending review devastanti sul piano sociale, di destra. Il governo lo sa che queste misure significano riduzione dei livelli essenziali di assistenza, difficoltà di mobilità per studenti, lavoratori e danni enormi alle pubbliche amministrazioni con il taglio indiscriminato delle società in house? Il Pd ha tutta la forza e l’autorevolezza per imporre il proprio punto di vista al governo Monti, che mi sembra addirittura più cinico di Tremonti».

lunedì 9 luglio 2012

Dopo le due sinistre


Ho letto con grande interesse e profonda condivisione la riflessione di Mario Tronti pubblicata ieri su L’Unità. Tronti squaderna la domanda che in tanti si stanno facendo, ovvero se esista la possibilità di costruire una soggettività politica di sinistra autonoma, che non sia più incastrata tra riformisti succubi dell’egemonia neoliberista e i radicali avvolti nelle scarlatte bandiere della testimonianza. Siamo partiti dalla nostra parzialità. Non volevamo un ennesimo “nuovo partito” ma provare a “riaprire la partita”. La nascita di Sinistra ecologia libertà è tutt’uno con la domanda”si può uscire dalla crisi da sinistra?” Abbiamo iniziato dalle parole, dal vocabolario di un nuovo progetto di liberazione: beni comuni, diritti civili, diritti dei lavoratori, energie rinnovabili, sviluppo sostenibile e soprattutto eguaglianza, una parola densa di storia e ancora piena di promesse. È proprio la diseguaglianza prodotta dal finanz-capitalismo ad essere la radice della crisi di convivenza, ripartire da qui è indispensabile. Abbiamo poi immaginato una nuova grammatica, fatta di relazioni tra persone vive e non di mediazione tra apparati e blocchi di potere morti. Per noi, che amiamo la Costituzione repubblicana, nulla è più straordinario della pratica della democrazia, meglio se diretta e partecipata: in primo luogo nei luoghi di lavoro e poi nelle istituzioni rappresentative, mai tanto mortificate. Una grammatica nuova che scoprisse anche la forza delle primarie, con il primo obiettivo di aprire le scatole cinesi che hanno imprigionato i partiti.

mercoledì 4 luglio 2012

Danzando sul ciglio del burrone

Riemergere dall’onda lunga del conformismo e della retorica nazionalista che hanno improntato i commenti post vertice Ue, non è facile. Eppure bisogna farlo, pena patire troppo dure delusioni quando le sirene delle magnifiche sorti e progressive delle elite economiche finanziarie europee avranno finito il loro canto. Se ne sono sentite di tutte. La contemporaneità dei campionati europei ha impastato i giudizi politici con metafore calcistiche. Così veniamo a sapere che ai Tre-Monti si sono sostituiti i Tre-Mario e persino un raffinato giornalista di lungo corso come Eugenio Scalfari non riesce a evitare di scadere nell’orrido con il doppio parallelismo Hollande come Cassano, Monti uguale a Balotelli. Leggere, per credere, i giornali di domenica. Poi ci ha pensato la nazionale di calcio spagnola e l’apertura non proprio travolgente dei mercati il lunedì mattina a raffreddare i troppo facili entusiasmi.

Vendola: «Pd-Udc? Una resa. Così non ci sto»

Presidente Nichi Vendola, Bersani e Casini si trovano d’accordo su un patto fra «le forze progressiste e quelle democratico-costituzionali». Il suo partito, Sel, è interessato?
È sempre più difficile trovare il bandolo della matassa di una politica vissuta come pura alchimia, indifferente ai problemi, ai dolori, alle speranze della società. Se qualcuno pensa che Sel sia aggregabile a un polo neomoderato fondato sull’alleanza strategica fra Pd e Udc, spiace deludere, si sbaglia. Non siamo gregari di un’ipotesi che non metta in campo una proposta forte e chiara di alternativa al ’paradigma Monti’.

Voi sarete comunque contro Monti?
La mia prospettiva è «contro Monti». Quella di Bersani è «oltre Monti». Quella di Casini è «Monti dopo Monti». Ed è importante: questo paradigma ha a che fare con l’analisi della crisi e con l’idea di ricostruzione del profilo economico-sociale di un continente devastato dal mucchio selvaggio dei finanzieri, degli speculatori e dei tecnocrati di scuola liberista. Ma com’è possibile immaginare, nel cuore di una crisi così drammatica, un discorso così politicistico? In questi anni mi sono battuto perché il centrosinistra vivesse e fosse il campo di una ricerca larga, di un’interconnessione fra politica e società, fra partiti – la foto di Vasto – e movimenti critici che molto più dei partiti hanno smascherato le malefatte del berlusconismo. Senza steccati o veti. Si può immaginare l’allargamento ai moderati. Ma così si consegna loro la cifra culturale di una coalizione. Che rischia di essere solo uno stimolo all’antipolitica.

“I nostri veri alleati? il popolo dei referendum e delle primarie”


Monti barcolla, Bersani scalda i motori per un accordo strutturale con Casini, Berlusconi rimette fuori la testa. E a sinistra che succede? Il sito Linkiesta ne ha parlato con Nichi Vendola. 

Presidente, partiamo dall’Europa, in preda ad una crisi al contempo economica e politica: Lei che idea si è fatto al riguardo?
La crisi economico-finanziaria ha rivelato quella politica, ha messo cioè in evidenza la straordinaria debolezza di un’Europa, costruita, a partire dalla moneta, con istituzioni fragili e scarsamente capaci di dare corpo a quell’idea di unione europea che passa per la cessione di un pezzo di sovranità da parte degli stati membri. L’Europa ha fatto uno straordinario balzo in avanti all’indomani del crollo del Muro di Berlino e della storica riunificazione delle due Germanie. Subito dopo però, anche a causa della prevalenza, in quasi tutti i paesi continentali, di una sinistra sempre più marcatamente liberista – quella che in particolare si è riconosciuta nelle elaborazioni del new labour e nella terza via di Tony Blair – nel giro di pochi anni è stato consegnato alla destra non solo in governo ma anche l’egemonia culturale del vecchio continente.