Sono molto felice. Quella di questa mattina è una sentenza che mette fine a una vicenda che per me ha rappresentato ragione di grande dolore e turbamento. Abbiamo vissuto decenni di conflitto incandescente tra politica e giustizia, uno squilibrio continuo tra poteri dello Stato, con un’idea pericolosa, secondo la quale si può minare alle fondamenta il principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. È ancora penoso per me vedere il mio nome e cognome associato a figure di reato. Ma ho sempre cercato di rispondere nelle aule di giustizia, perché penso che ci si debba difendere nel processo e non dal processo. Per me è questa è una regola fondamentale.La nostra democrazia è fondata sull’equilibrio tra poteri distinti e indipendenti e anche quando questo ha significato per me bere un calice amaro, ho voluto mostrare ossequio a questo principio. Bisogna avere rispetto e fiducia nei confronti della magistratura, rispetto nei confronti di un ufficio di Procura, quand’anche gli argomenti della Procura dovessero essere spiacevoli.
mercoledì 31 ottobre 2012
Sono felice
Sono molto felice. Quella di questa mattina è una sentenza che mette fine a una vicenda che per me ha rappresentato ragione di grande dolore e turbamento. Abbiamo vissuto decenni di conflitto incandescente tra politica e giustizia, uno squilibrio continuo tra poteri dello Stato, con un’idea pericolosa, secondo la quale si può minare alle fondamenta il principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. È ancora penoso per me vedere il mio nome e cognome associato a figure di reato. Ma ho sempre cercato di rispondere nelle aule di giustizia, perché penso che ci si debba difendere nel processo e non dal processo. Per me è questa è una regola fondamentale.La nostra democrazia è fondata sull’equilibrio tra poteri distinti e indipendenti e anche quando questo ha significato per me bere un calice amaro, ho voluto mostrare ossequio a questo principio. Bisogna avere rispetto e fiducia nei confronti della magistratura, rispetto nei confronti di un ufficio di Procura, quand’anche gli argomenti della Procura dovessero essere spiacevoli.
lunedì 29 ottobre 2012
Don Rodrigo e la violenza contro le donne
“A metà del XX secolo si è verificato un avvenimento di cui
fatichiamo a valutare la portata, cent’anni dopo la nascita di colei che
l’ha espresso a chiare lettere: il secondo sesso è libero! … si
trattava e si tratta ancora di una mutazione antropologica in corso”
così Julia Kristeva nell’introduzione alla nuova edizione del Secondo
sesso di Simone de Beauvoir.
Questo mutamento è potente, mette in discussione una millenaria
storia di controllo del corpo femminile. Una storia in cui la violenza
maschile contro le donne non era riconosciuta e nominata. All’ultimo
dibattito contro il femminicidio a cui ho partecipato un’importante
dirigente sindacale ci narrava una memoria infantile fatta anche del
nonno che prendeva a bastonate sua nonna.
Poi qualcosa è successo, nella seconda metà del secolo scorso. Non si può non partire da questo, dalla soggettività femminile che nasce e cambia tutto, compresa la vita degli uomini. Ma un cambiamento così grande non è un battito di ciglia. Ognuna di noi nella sua esistenza, anche se non ha incontrato o sfiorato la violenza personalmente, conosce lo scarto tra la propria consapevolezza e libertà e un corpo che nello scontro fisico è più debole.
Poi qualcosa è successo, nella seconda metà del secolo scorso. Non si può non partire da questo, dalla soggettività femminile che nasce e cambia tutto, compresa la vita degli uomini. Ma un cambiamento così grande non è un battito di ciglia. Ognuna di noi nella sua esistenza, anche se non ha incontrato o sfiorato la violenza personalmente, conosce lo scarto tra la propria consapevolezza e libertà e un corpo che nello scontro fisico è più debole.
Un’intollerabile Forza Nuova
Lo striscione trovato venerdì mattina davanti alla sede del
Cassero di Bologna e’ solo uno degli ultimi sintomi dell’intolleranza
che una parte della popolazione italiana deve subire ogni giorno. Una
provocazione che arriva a due giorni dall’approvazione alla Camera in
Commissione Giustizia del testo base della legge contro le
discriminazione causate dall’orientamento sessuale.
Siamo convinti che nessuno, alla vigilia dell’inaugurazione di Gender
Bender, il festival sulle identita’ sessuali che si terra’ proprio a
Bologna, non si fara’ minimamente intimidire. Vincenzo Brana’, il
presidente del Cassero, ha invitato Forza Nuova ad un confronto pubblico
sul tema: e’ la miglior risposta che potesse dare. Queste tendenze
discriminatorie vanno combattute mettendo in evidenza la pochezza dei
contenuti che hanno.
Una condanna da medaglia
Certo che questo è un paese strano: c’è un magistrato della
procura di Bari che chiede venti mesi di carcere per il governatore
della Puglia Nichi Vendola.
Se si valutasse questa richiesta così per come ci arriva, sembrerebbe
un segno terribile, una mezza condanna. Se proviamo a ricostruire la
vicenda in cui è inquisito, scopriamo che Vendola è inquisito per le
accuse di una dirigente rancorosa che ha allontanato dalla sua
amministrazione non appena ne è stato scoperto il coinvolgimento nelle
inchieste della sanità. E poi che Vendola è accusato di aver favorito la
nomina di un primario che non conosceva, il professor Sardelli, vicino
al centrodestra (quindi lontano dalle sue idee), che ha costruito a
tempo di record un reparto di chirurgia toracica all’ospedale San Paolo.
“Io come Davide contro due Golia”
«Melfi per me non e’ la tappa di un tour elettorale. Nei 21
giorni del 2004 ero qui, ero qui tutte le notti. La mattina andavo alla
Camera e poi tornavo, per capire da vicino cos’era la condizione
operaia, il bioritmo dei turni continui. Io dichiaro da che parte sto,
sto qua».
Intercettiamo Nichi Vendola mentre, a Melfi, incassa un endorsement
pesante per il nostro mondo, quello dei tre operai reintegrati in
fabbrica dopo essere stati ingiustamente accusati, nel 2004, di aver
sabotato il lavoro.
Ora lei ha invitato i candidati alle primarie a riaccompagnare in fabbrica i reintegrati di Pomigliano. Bersani le ha risposto?
«No. O non ancora. Ma nell’Italia in cui molti anche di sinistra si
sono sentiti rappresentati dalla modernita’ livida di Marchionne, per me
la modernita’ è una lezione che ho imparato dalla povera gente:
liberarsi dalla paura, dal ricatto, dalla precarieta’».
lunedì 22 ottobre 2012
Un’altra vittoria
La Corte d’Appello del Tribunale di Roma ha ancora una volta
respinto il ricorso della FIAT. Ai 145 lavoratori di Pomigliano iscritti
alla FIOM è stato riconosciuto il diritto al lavoro. È un’ottima
notizia per chi crede nella difesa del diritto al lavoro dall’attacco
arrogante dei potenti ed è anche l’ennesima dimostrazione che
l’atteggiamento di Marchionne nei confronti degli operai non è stato per
niente corretto.
Per troppo tempo il lavoro è sparito dal dibattito politico. E così
sono sparite anche le ragioni dei lavoratori. Questo non è più
ammissibile. Per questo invito gli altri candidati alle Primarie, Pier
Luigi Bersani, Matteo Renzi e Laura Puppato ad accompagnare il ritorno
in fabbrica dei lavoratori di Pomigliano. Insieme, per il lavoro.
Nichi Vendola
venerdì 19 ottobre 2012
Nichi Vendola ospite del programma di La7 Piazza pulita
Piazza pulita
Giovedì 18 ottobre Nichi Vendola è stato ospite del programma di La7 Piazza pulita.
Guarda la registrazione della puntata.
Giovedì 18 ottobre Nichi Vendola è stato ospite del programma di La7 Piazza pulita.
Guarda la registrazione della puntata.
Il lavoro prima di tutto. Sabato in piazza
Sabato 20 ottobre la CGIL ha indetto a Roma in piazza S.
Giovanni una grande manifestazione nazionale per una giornata di
mobilitazione per cambiare l’agenda del Governo Monti e contro la legge di stabilità, l’ennesimo provvedimento che colpisce la parte più povera del Paese.
E’ la dimostrazione di come questo governo non guardi minimamente
alle condizioni materiali di milioni di uomini, donne, giovani e
pensionati che vedono tutti i giorni peggiorare le loro condizioni e
prospettive di vita e di lavoro.
SEL aderisce convintamente alla manifestazione a fianco della CGIL invita i propri iscritti e militanti a partecipare. “Il lavoro prima di tutto!” deve
diventare non solo lo slogan della manifestazione ma uno dei punti
centrale della lotta e dell’iniziativa politica delle forze del
centrosinistra che si vogliono candidare alla guida del paese.
mercoledì 17 ottobre 2012
Lotta nel PD, ma il Paese è da un’altra parte
Non voglio entrare nel dibattito interno al Partito Democratico.
Lo trovo assurdo e mi sta stretto, perché nel frattempo il paese reale è
da un’altra parte, ha altre esigenze, altri bisogni. Il Paese parla del
lavoro che non c’è, della frustrazione degli insegnanti, dei
libri scolastici e delle cure che costano troppo. Temo moltissimo che il
tema della lotta per le candidature possa occultare la questione vera,
che per me è eliminare l’ingiustizia. La questione vera è mandare in
soffitta la stagione del liberismo. Ho paura che quando l’unica cosa che
emerge è la lotta tra i giovani che vogliono prendere il potere dei
vecchi e i vecchi che non lo vogliono mollare, il rischio è che non si
mette in discussione la sostanza e cioè un modello sociale, le scelte
politiche che hanno portato l’Italia al disastro.
E mentre la lotta per le candidature nel PD provoca un rumore
assordante, il governo si permette di introdurre il silenzio assenso che
consente di edificare in luoghi sottoposti a vincolo ambientale e
paesaggistico. Di questo dobbiamo parlare, del rinnovamento della classe
dirigente a partire dai temi sensibili e dalle necessità che i
cittadini esprimono.
Nichi Vendola
lunedì 15 ottobre 2012
Il Sindaco di Rionero, Antonio Placido: "Sostengo Vendola, non voglio confusione"
Appello "Basta divisioni. Parta dal Sud la sfida del Governo". Il Sindaco di Rionero in Vulture era stato inserito tra le adesioni dall'Unità: «Sostengo Vendola, non voglio confusione».
«IO STO CON VENDOLA» - Il Sindaco di Rionero in Vulture, Antonio Placido, smentisce la sua adesione: «Apprendo dalla stampa della pubblicazione di un appello intitolato "Basta divisioni. Parta dal Sud la sfida del Governo" recante tra le varie, anche la mia adesione.
Vorrei chiarire che sono inequivocabilmente schierato con Nichi Vendola e, pertanto, non sottoscrivo alcun appello che possa in misura anche minima, rendere confuso il mio sostegno alla sua candidatura.
Non
sto sostenendo che mi sia stata estorta la firma ma immagino, semplicemente,
che si sia prodotto uno spiacevole difetto di comunicazione».
Italia. Bene comune.
Sabato 13 ottobre, a Roma, è stata presentata la coalizione del centrosinistra.
Potete scaricare:
- la Carta d’intenti,
- le Regole per le Primarie 2012 del centrosinistra,
- l’Appello degli elettori dell’Italia Bene Comune,
- il Collegio dei garanti
lunedì 8 ottobre 2012
Oppure Vendola
Pubblichiamo il video dell’intervento di Nichi Vendola ad Ercolano per l’apertura della campagna x le primarie.
Qui il testo integrale del discorso di Nichi .
Nichi a In Onda
Nichi Vendola è stato ospite di Luca Telese e Nicola Porro a In Onda, trasmissione televisiva di La7.
Guarda il video.
giovedì 4 ottobre 2012
Nichi risponde a l’Espresso
Pubblichiamo le risposte di Nichi Vendola che l’Espresso ha posto ai candidati alle primarie.
1 Riforma delle pensioni e dell’articolo 18 dello statuto dei
lavoratori: lei pensa che un eventuale governo di centrosinistra nella
prossima legislatura dovrebbe intervenire su questi provvedimenti del
governo Monti, o lasciarli immutati? E qualora pensi sia necessario
intervenire, in che modo lo farebbe?
Quando si parla di riforme, uno pensa ad un miglioramento della
propria condizione o di quella collettiva. E invece in Italia avviene
un’altra cosa: si parla di riforma quando semplicemente si scaricano
sulle parti piu’ deboli della societa’ i costi di una crisi economica –
causata dalla finanziarizzazione dell’economia – e di un fallimento di
classi dirigenti, sempre piu’ impegnate a difendere i propri privilegi.
Si e’ voluto far cassa, nel modo piu’ immediato e semplice, con
interventi in ambito previdenziale e con una destrutturazione degradante
mercato del lavoro.
Un giorno e’ toccato ai pensionati, il giorno dopo ai diritti dei
lavoratori, l’altro ancora ai giovani sempre piu’ condannati alla pena
della precarieta’.
A me colpisce che non si sia voluto intervenire, ad esempio, nel
correggere i guasti profondi prodotti dalla gestione berlusconiana nel
settore della scuola, della ricerca,dell’universita’. Anzi si e’
proseguito con la devastazione programmata dalla Gelmini di un settore
strategico per il futuro del nostro Paese.
FIAT - SATA di Melfi, nota di Carmine Fundone (Coordinatore Circolo Sel di Melfi)
Le
recenti dichiarazioni di Romiti basterebbero da sole a definire grottesca e
paradossale la situazione vissuta per due anni nel nostro Paese con riferimento
al “piano fabbrica Italia” annunciato da Marchionne e avallato supinamente da
una parte del sindacato, esclusa la Fiom, e dalla maggior parte della classe
dirigente nazionale, incluso il governo dei cosiddetti “tecnici”.
L’investimento di 20 miliardi prospettato dall’ad Fiat si è volatilizzato e con
esso tutte le bugie e le fantasie circa una azienda che non aveva bisogno dei
finanziamenti pubblici e che era in grado di competere da sola sullo scenario
internazionale. Bugie che, tuttavia, non sono rimaste innocue ma hanno prodotto
disastri sul piano sociale, lavorativo e sindacale: proprio questo annuncio del
fantomatico “piano fabbrica Italia” ha
infatti determinato la genuflessione delle istituzioni, a tutti i livelli, e la
conseguente produzione di norme (Legge Sacconi e riforma Fornero) che hanno
contribuito a rideterminare una ristrutturazione complessiva del settore auto
in Italia con una sostanziale cancellazione della rappresentanza sindacale e il
peggioramento complessivo delle condizioni economiche e normative del lavoro.
martedì 2 ottobre 2012
Due passi avanti
Non sarà un presunto cavillo di forma a fermarmi. E non mi
fermerà nemmeno la confusione politica e istituzionale agitata ad arte a
Roma due giorni prima della presentazione delle liste. Da cittadino
italiano e siciliano, da candidato alla presidenza di un progetto
politico forte e condiviso, non mi rassegno, non rinuncio, non mi
ritiro: anzi, rilancio. Sono in campo accanto a Giovanna Marano. Con la
stessa ambizione di ieri: restituire ai siciliani una politica che si
prenda cura della loro vita e dei loro diritti. Un’ambizione condivisa
dai tanti che in queste settimane sono cresciuti e si sono raccolti
attorno a noi. Ma forse proprio l’idea che questa terra potesse
finalmente liberarsi dalle tossine del passato, l’idea che anche la
Sicilia diventasse buon laboratorio di democrazia e non più terra di
appartenenze e di obbedienze ha destato molte preoccupazioni. A Sicilia e
a Roma.
Ecco i fatti, riepilogati per un’ultima volta.
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