giovedì 29 marzo 2012

“Una controriforma che non parla ai giovani e che uccide l’art18″


Pubblichiamo un’intervista a Nichi Vendola uscita su Il Mattino di oggi a cura di Maria Paola Milanesio.

Vendola: la ricetta dell’esecutivo fa male all’economia e il welfare non è affatto una palla al piede.
“Ma di quale riforma del lavoro stiamo parlando? La mia impressione è che la ricetta di questo governo faccia addirittura male all’economia”. Giornate intense per Nichi Vendola, presidente della Puglia e leader di Sel, ieri a Verona alla Fiera Vinitaly, dove ha accompagnato i produttori pugliesi, e domani a Casal di Principe per discutere di legalità e lavoro. La soddisfazione per il risultato raggiunto dalla sua regione – “è la prima in quanto a esportazioni” – non cancella l’amarezza per quanto sta accadendo a Roma.

lunedì 26 marzo 2012

C’è bisogno di altro!


Le misure del governo Monti/Fornero estendono la precarietà e minano i diritti acquisiti. Non ci sono misure, se non minime e controverse, per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici precarie e nessuna politica attiva nei confronti dei giovani.
Invitiamo tutt@ alla mobilitazione, distribuendo le nostre proposte e smascherando le bugie del governo.

Clicca qui per scaricare il volantino “C’è bisogno di altro”.

Una controriforma che riduce le persone a merci


Usiamo i termini giusti: questa non è una riforma, ma una controriforma». Nichi Vendola e’ netto. Nessuna apertura di credito verso la riforma del mercato del lavoro e nessuna fiducia nel fatto che questo Parlamento riesca a migliorare il testo annunciato dal governo Monti. Per questo, ragiona, il Pd dovrebbe dire «no».

Vendola, ma lei non salva nulla di questa riforma?
«Chiamiamo le cose con il loro nome e smettiamola di vivere in questa specie di slittamento semantico perpetuo. Ormai c’e’ un vocabolario orwelliano che domina la Repubblica. Un tempo le riforme aprivano la strada a piu’ diritti e facevano crescere il benessere materiale delle persone, oggi si prova a chiamare riforma tutto cio’ che riduce i diritti e produce un arretramento sociale. Quella di cui parliamo e’ una controriforma del lavoro, in perfetta continuita’ con quanto fatto dal ministro Sacconi».

mercoledì 21 marzo 2012

Art.18 ossessione inaccettabile, il resto è propaganda


E’ davvero imbarazzante l’atteggiamento del governo Monti, a fronte di un’Italia che sta vivendo una sofferenza, un disagio straordinario. Di fronte a notizie di suicidi di chi non riesce a trovare lavoro, di fronte alla disperazione di un’intera generazione di ragazzi e ragazze, assediata dalla precarietà. L’unica ossessione del governo Monti è quella di recidere il legame con la nostra cultura democratica.
Cancellare l’articolo 18, manipolarlo, deformarlo, significa semplicemente portare lo scalpo della civiltà del lavoro presso i potentati della finanza internazionale. Questo è francamente inaccettabile.
I conservatori italiani che hanno voluto questo colpo di mano stiano comunque tranquilli: la Cgil non è certo isolata nel Paese. E farà valere le ragioni di milioni di italiani, nell’interesse del futuro dell’Italia
Compito del centrosinistra in Parlamento e nelle piazza, ora, è di non lasciare solo il proprio popolo.
Nichi Vendola

venerdì 16 marzo 2012

Riforma del lavoro. Non siamo d’accordo

Non siamo d’accordo!! La proposta di riforma del mercato del lavoro presentata dal governo nella notte non ci trova per nulla in accordo. Va nella direzione sbagliata, quella già imboccata a suo tempo dal governo Berlusconi.
La stella polare che orienta le scelte è la stessa. Deregolamentazione e flessibilità restano le formule magiche. Dovrebbero garantire sviluppo e crescita: maggiore efficienza, maggiore produttività e dunque anche più posti di lavoro e salari migliori. Ma è una via che si già dimostrata senza uscita: i dati europei stanno lì a palesarlo. Deregulation e flessibilità selvaggia non hanno affatto innescato quel circuito virtuoso. Hanno solo rallentato e spesso paralizzato il percorso della ricerca e dell’innovazione, sino a tradursi in calo della produttività e ostacolo alla crescita.
La modifica, nella sostanza equivalente al taglio, degli ammortizzatori sociali non offre alcuna protezione a chi ne era privo, e che privo ne resta. In compenso costituisce un formidabile incentivo ai licenziamenti, che sconfina nell’irresponsabilità in una fase di crisi in cui i posti a rischio si contano in centinaia di migliaia.

martedì 13 marzo 2012

L’Urlo della Scuola


Sinistra Ecologia Libertà aderisce all’Urlo della Scuola e invita tutti i suoi simpatizzanti/militanti che operano nel campo dell’istruzione ad attivarsi per organizzare iniziative di mobilitazione in ogni istituto per il giorno 23 marzo. SEL ribadisce che le istituzioni scolastiche pubbliche sono essenziali per far crescere una cittadinanza attiva e consapevole e per far uscire il paese dall’attuale crisi economica, sociale e ambientale.

SEL Identifica Cinque Grandi Priorità

mercoledì 7 marzo 2012

Pesacane: «Lui non firma a prescindere»

«Il sindaco di Melfi Livio Valvano in un’intervista rilasciata ieri al Quotidiano della Basilicata ha preso una netta posizione con riferimento alle vicende che riguardano la Fiat di Melfi che in queste settimane stanno alimentando il dibattito politico. A parte le valutazioni in ordine alle “buone intenzioni” che Valvano attribuisce ai suoi colleghi del Vulture che avevano sottoscritto una nota congiunta, il sindaco di Melfi è stato invitato dal giornalista ad esprimere il suo dissenso nel merito rispetto a quanto scritto dagli altri sindaci.
Qual è, quindi, la posizione del primo cittadino melfitano? La nota “incriminata”, a suo parere, si unirebbe alle prese di posizione di una “certa sinistra” e finirebbe per essere strumento di lotta politica e di strategia sindacale. Una strategia sindacale che rompe invece che unire.

Il sindaco di Melfi dimentica che alle elezioni era al fianco dei tre operai

Per il segretario della Fiom Emanuele De Nicola parole inaccettabili

Emanuele De Nicola, segretario regionale della Fiom di Basilicata non ci sta. Non gli è piaciuto il contenuto e le parole dell’intervista rilasciata al Quotidiano della Basilicata dal sindaco socialista di Melfi, Livio Valvano sulla vicenda della Fiat Sata di San Nicola di Melfi.
De Nicola esordisce: «Io credo che le parole del sindaco di Melfi sono gravi rispetto al tema sindacale di cui il sindaco del più importante Comune del Vulture - Melfese e dovrebbero essere di tutt’altro tenore e rispetto verso le organizzazioni sindacali».
E quindi aggiunge il segretario sindacalista De Nicola: «Per quello che riguarda la Fiom tutta la strategia sindacale messa in campo in questi anni è stata quella di contrattazioni per il miglioramento delle condizioni dei lavoratori e della competitività della Fiat e del suo indotto».

Fundone e Pennesi su dichiarazioni del Sindaco di Melfi


Sono gravi le accuse mosse dal Sindaco di Melfi e segretario del PSI lucano, Livio Valvano pubblicate in un’intervista a “Il Quotidiano della Basilicata” oggi e delle quali chiediamo chiarimenti, sentendoci parte lesa delle stesse, in quanto tra le altre cose cittadini di Melfi e della Basilicata.
Gravi, in primo luogo perché sottovalutano una realtà purtroppo lampante e inaccettabile (evidentemente solo a nostro modo di vedere?) che si verifica da troppo tempo nel nostro Paese e cioè che il Marchionne di turno, in Italia, può svegliarsi e decidere di costringere le vite di migliaia di lavoratori e lavoratrici e delle loro famiglie a partecipare ad un gioco perverso: una sorta di “roulette russa” umana, reso ancor più malvagio e criminale dal fatto che nella mente contorta di questo fantomatico “amministratore divino”, si debba fare in modo di costruire l’idea che non lui sarà a decidere (!), ma chi sulla propria pelle vive quotidianamente la fabbrica e tutto ciò che comporta o peggio ancora, i sindacati.

Petrone su dichiarazioni Sindaco di Melfi su FIAT


Bene hanno fatto alcuni esponenti di SEL del Vulture-Melfese ad assumere posizione sulle dichiarazioni del Sindaco di Melfi in merito alla vicenda FIAT.
Ho letto, non senza stupore, l'intervista al Sindaco di Melfi, ho cercato di orientarmi in una girandola di supposizioni e sospetti che Valvano avanza, senza comprenderne la ratio politica.
Se capisco bene, saremmo in presenza di una strategia della FIOM, e dei partiti che ne sostengono le ragioni, che isolerebbe non solo lo stabilimento di Melfi, ma la Basilicata e le sue prospettive produttive.
Inoltre leggo che si vorrebbe utilizzare la vicenda FIAT di Melfi per una sovraesposizione mediatica della FIOM e di alcuni leader politici.
Non condivido nulla di questa analisi, perchè essa non coglie il significato e la portata politica e culturale di ciò che sta avvenendo negli stabilimenti FIAT, a cominciare da Melfi, e di cosa Marchionne tenta di porre in essere in materia di strategie industriali e di soffocamento della democrazia sui luoghi di lavoro e di diritto al lavoro.
E’ grave il comportamento di Marchionne che, invece di accelerare gli investimenti e la uscita di nuovi modelli di auto, decide di mettere in discussione diritti e relazioni sindacali.

lunedì 5 marzo 2012

Manifestazione FIOM‐CGIL Roma 9 Marzo 2012

MANIFESTAZIONE FIOM‐CGIL
ROMA 9 MARZO 2012
APPELLO AL MONDO DELLA CULTURA E ALLA SOCIETÀ CIVILE

La Fiom‐Cgil ha proclamato per venerdì 9 marzo lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici con una manifestazione a Roma che si concluderà in piazza San Giovanni.
La democrazia ed il lavoro sono i nodi centrali del nostro tempo in Italia e in Europa.
Perché oggi il lavoro manca, è sempre più precario, è sempre meno pagato, al punto che pur lavorando si è poveri.
Perché oggi nei luoghi di lavoro, a partire dalla Fiat, si rischia l’autoritarismo con la messa in discussione del Contratto nazionale, dei diritti individuali e collettivi.

TAV, l’appello per una trattativa

Appello al Governo Nazionale della società civile, della cultura e della politica per la riapertura di un dialogo in Valsusa.

I Firmatari dell’appello chiedono con forza che il Governo Italiano risponda positivamente alla richiesta d’incontro da parte dei Sindaci della Valsusa affinchè si possa svolgere un confronto democratico con i territori direttamente interessati dall’opera.

Reintegrati! A questo serve l’articolo 18


La sentenza della Corte d’Appello di Potenza che ordina il reintegro dei tre operai della Fiat di Melfi licenziati nel 2010 per aver bloccato un carrello nel corso di uno sciopero interno è un raggio di luce in un’oscurità che in Italia diventa di giorno in giorno più fonda.
La Corte ha accolto il ricorso della Fiom, ribaltato la sentenza che, il 14 luglio scorso, aveva dato ragione all’azienda , confermato il giudizio emesso poche settimane dopo il licenziamento dal giudice del lavoro: la Fiat era colpevole di “comportamento antisindacale”.
E’ questa la formula giuridica, ma in questo caso appare troppo blanda. Non rende ragione di quel che sta avvenendo con la tacita complicità di tutti o quasi negli stabilimenti Fiat: parlare di discriminazione e tirannia sarebbe più preciso. Per trovare traccia di qualcosa di simile bisogna arretrare, tutti i sensi, di almeno sei decenni, sino agli anni ’50, gli “anni bui” dei licenziamenti politici in massa, dei reparti confino, della persecuzione contro la Fiom.