martedì 28 febbraio 2012

Non siamo e non saremo colonia da conquistare

Dopo le nuove minacce e ritorsioni contro delegati e iscritti Fiom alla Sata, denunciate dagli operai, anche attraverso registrazioni che il Quotidiano della Basilicata ha pubblicato in esclusiva, sedici sindaci del Vulture e dell’hinterland potentino hanno intrapreso un’iniziativa comune.

"Il pesante clima intimidatorio che regnerebbe nella FIAT – SATA di Melfi, così come emerge dalle testimonianze pubblicate nei giorni scorsi dal Quotidiano di Basilicata, offende la sensibilità di ogni sincero democratico ed impone  una presa di posizione non reticente da parte delle istituzioni di governo locale di quest’area.

giovedì 23 febbraio 2012

Fiom Cgil Basilicata: il giudice reintegra Barozzino, Lamorte e Pignatelli.

Una vittoria che ripristina democrazia e libertà sindacale.

La Fiom CGIL Basilicata esprime soddisfazione per il dispositivo della Corte di Appello di Potenza, sezione lavoro, che accoglie l’appello presentato dalla nostra organizzazione ribaltando il giudizio di primo grado e, dopo quasi due anni, reintegra al lavoro Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte, Marco Pignatelli.
Il pronunciamento della corte fa giustizia di quanto sostenuto dalla nostra organizzazione sui principi di democrazia e libertà delle lavoratrici e dei lavoratori di esercitare legittimamente i propri diritti.
Oggi inizia un nuovo corso per le relazioni sindacali negli stabilimenti Fiat e non solo, con le lavoratrici ed i lavoratori che non devono avere più paura di coniugare i diritti con il lavoro.

Fiat di Melfi «Intollerabili le parole di quel capo»


Pubblichiamo un’intervista a Nichi Vendola di Mariateresa Labanca pubblicata oggi sul Quotidiano della Basilicata.

Presidente, lei ha combattuto al fianco dei tre operai licenziati alla Sata di Melfi. Oggi, nello stesso stabilimento, i lavoratori continuano a denunciare episodi di punizione e repressione nei confronti di sindacalisti e iscritti alla Fiom, a opera degli stessi responsabili aziendali che contestarono il sabotaggio a Barozzino, Lamorte e Pignatelli. Crede che si tratti di una precisa strategia per colpire il sindacato che si è opposto al modello Pomigliano?
Oggi Marchionne viene criticato, al massimo, come un fenomeno di costume. E invece la sua è una gigantesca costruzione ideologica che serve a smontare lo Statuto dei lavoratori, e che serve a togliere centralita’ al lavoro e ai suoi diritti.
Ricordo che sono stato a Melfi durante i 21 giorni in quella che è stata definita come la “primavera” della classe operaia lucana, immaginata e voluta ignara dei propri diritti e priva di una consapevolezza che potevamo definire come coscienza di classe. Oggi non è più consentito nemmeno di poter nominare gli operai come classe perché nella profezia del moderno voluta da Marchionne gli operai devono essere soli privi di tutele, privi di contratto collettivo. Gli operai vengono sussunti nella narrazione del padrone e ne diventano un corollario e una appendice.

Noi vogliamo tutta un’altra Europa


Di seguito la trascrizione di parte dell’incontro di Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta’, con la stampa nel primo pomeriggio di oggi,  a margine della direzione nazionale di Sel svoltasi a Roma:

“Credo che innanzitutto occorra  guardare a quello che sta accadendo in Europa, e provare a costruire una reazione politica alla barbarie che si sta mettendo in campo contro il popolo greco. La Grecia oggi e’ la rappresentazione plastica di quanto le politiche rigoriste e liberiste con l’alibi di dover curare la malattia uccidono di fatto l’ammalato. Uccidono il diritto al futuro di intere generazioni, tagliano selvaggiamente il welfare e le tutele sociali, i diritti delle persone. Allora il primo punto della nostra azione e’ dire no a questa idea di Europa, perche’ non e’ Europa, e’ l’Europa della destra, di un’egemonia culturale e politica della destra. E’ l’Europa che ha arricchito porzioni limitate di societa’, ha impoverito gran parte dei ceti medio bassi. E’ un’Europa che chiede ai popoli sacrifici che vengono utilizzati poi per perpetuare quel modello sociale, quel modello liberista che ha portato alla crisi . Allora noi ci sentiamo alleati di tutti coloro che in Europa a partire dai socialisti francesi ai socialdemocratici tedeschi stanno alzando la voce per cambiare la voce e i lsegno politico del vecchio Continente.

lunedì 20 febbraio 2012

Una due giorni nazionale


Perché “ragazze interrotte”?

La crisi finanziaria in corso è tale da mettere a rischio le  condizioni di sostenibilità del vivere e del convivere di larghe sezioni della popolazione globale, minando alla radice anche sistemi di sicurezza sociale che hanno caratterizzato lo sviluppo storico dei Paesi occidentali. Il lavoro, in questi Paesi, è sotto scacco, privato di diritti, tutele, garanzie. Futuro.
Perché la crisi non è un episodio isolato, non è di tipo congiunturale. E’ strutturale e sistemica e le sue dimensioni sono tali da sconvolgere tutti i quadri di riferimento. Investe l’eurozona e mette in evidenza i limiti strutturali dell’Unione europea, evidenziando, prima ancora del rischio di default, il democratico deficit dell’Ue, che è strutturale e di origine. Europa delle banche e dei mercati e non dei popoli e del patto democratico; Europa dei poteri economico-finanziari e non dei poteri politici. Di conseguenza, per fuoriuscirne, si devono battere strade nuove, trovando risposte adeguate dal punto di vista sociale e ambientale e delineando modelli alternativi di sviluppo.
“Ragazze interrotte”: una metafora sociale e simbolica della società colpita dalla crisi.

mercoledì 15 febbraio 2012

Finito il patto sociale fondato sul lavoro


di A. Lombardi e P. Pesacane
 
Si è conclusa la vicenda “De Filippo bis”, con una giunta che, senza destare particolare stupore, conferma l’orientamento politico di centro, che ha caratterizzato tutte le fasi della Presidenza De Filippo.
La novità e, forse una contraddizione della post modernità, è che l’annuncio politico su cui questa giunta vorrebbe caratterizzarsi è una intenzione tutt’altro che moderata: Reddito per tutti-e. Noi non vorremmo che fosse uno dei tanti annunci che si disperde nella battaglia virtuale che infiamma la politica dell’oggi e proviamo a partecipare ad un dibattito, che non è affatto nuovo né in Europa, né in Italia, né in questa Regione.
Lo ricordava Paride Leporace è questo un tema che ha appassionato i giovani degli anni 70, l’intellettualità della sinistra radicale dell’epoca e che la sinistra lavorista non ha colto. Non certo per una sorta di “stupidità” ma nella convinzione che il patto sociale fondato sul lavoro non potesse essere più messo in crisi. Questo in realtà con la società della precarietà è stato ampiamente smentito.

Un reddito oltre il lavoro


di Piero Bevilacqua
 
Un sostegno minimo ai giovani darebbe loro la possibilità di studiare o inventarsi un futuro.
Le gaffe di Monti e delle sue maldestre ministre sul lavoro e le «oziose attitudini» della nostra gioventù - sinistra forma di scherno su una tragedia sociale di proporzioni mai viste - hanno avuto da più parti la risposta che meritavano. Splendido, fra gli altri, Miguel Gotor su Repubblica del 7 febbraio. Val la pena tuttavia ricordare, che i nostri uomini e donne di governo non compiono solo l'errore di scambiare la condizione privilegiata della propria famiglia con quella generale degli italiani. Non solo confondono la complessa realtà del nostro tempo con i manuali di economia studiati nella loro lontana giovinezza. Ma soprattutto non hanno nessuna idea delle forme inedite e socialmente distruttive che ha assunto il capitale nel nostro tempo. Ne è prova la caparbia insistenza con cui ripropongono come rimedio alla disoccupazione la ricetta che in parte ne è la causa: la flessibilità. Quasi 20 anni di flessibilità del lavoro che ha prodotto, come mostrano i fatti, precarietà e crescente disoccupazione, soprattutto giovanile, stagnazione economica, decadimento delle infrastrutture civili e dei servizi dell'intero paese. Ma per loro non basta e l'articolo 18 resta il totem arcaico da abbattere.

martedì 14 febbraio 2012

Ossessionati


Vi proponiamo un’intervista rilasciata oggi da Nichi all’agenzia Dire:

La riforma del lavoro. Dopo Fornero e Monti anche il ministro Cancellieri: tutto il problema sembra sia quello di ’sfissare’ il posto, la necessità di avere mani libere per licenziare…
Siamo di fronte ad una autentica ossessione ideologica, che partorisce una sequenza di semplificazioni, di luoghi comuni, di battute assolutamente sgraziate ed infelici. Come quelle che si rincorrono di bocca in bocca sulle labbra dei piu’ importanti ministri di questo governo.
L’idea che la grande riforma attesa dalla societa’ italiana possa essere quella di un ulteriore forma di precarizzazione selvaggia del mondo del lavoro; l’idea cioe’ che sia sufficiente abbattere cio’ che resta del sistema delle tutele che coinvolge una parte del mondo del lavoro, a me pare francamente un’idea che stride pesantemente con la realta’ di acuta crisi sociale che sta vivendo il nostro Paese.
Vedo che non e’ bastato evocare la monotonia del posto fisso, non e’ bastato questo incidente cosi’ emblematico per consigliare prudenza e cautela ai ministri del governo Monti. Persino la ministra Cancellieri si lascia andare a spericolate battute su quelli che vogliono il posto fisso attaccati alla gonna di mamma e sul fatto che, udite udite, siamo in un mondo in cui cambia tutto, e non si capisce perche’ dovrebbe rimanere questo totem del ‘900 che e’ l’articolo 18!!
Il punto e’ che coloro che ci invitano ad uscire dal ‘900 ci vogliono portare in una dimensione che non e’ quella della nostra contemporaneita’, ma e’ semplicemente l’ ‘800.
Per questa ragione le battute e gli annunci del governo Monti sono emblematici di una cultura schiettamente conservatrice.

Vendola: “La politica di Monti ora è chiara. Ed è di destra”


Questa volta non siamo di fronte ad una battuta infelice come quella della monotonia del posto fisso. Il presidente Monti con grande onestà intellettuale ha svolto un discorso organico, la cui cifra è difficilmente riconducibile ad una mera nozione tecnica.
Monti ha delineato il proprio profilo schiettamente conservatore, con ragionamenti che sono tipici della destra liberista. Immaginare che i lavoratori  contrattualizzati a tempo indeterminato nel settore pubblico come nel settore privato siano portatori di privilegi significa avere davvero una visione distorta della realtà.
Pensare di combattere la precarieta’ facendo saltare ciò che resta del sistema delle tutele e delle garanzie del mondo del lavoro appartiene ad un’impostazione politicamente assai connotata. Cioè di destra.

lunedì 6 febbraio 2012

Rifiuti: Lina Grosso replica al Sindaco di Lavello Annale

"Annale finge di ignorare che il conferimento dei rifiuti tal quale a Fenice rende superflua ed inutile la raccolta differenziata che dice di voler avviare nel suo Comune tra qualche mese. Se tutto può essere direttamente incenerito, peraltro a costi ridotti, e se dunque è inutile il ciclo di separazione e stabilizzazione che si svolge presso l'impianto di Venosa, non si comprende a che fine occorrerebbe caricare i cittadini dei costi necessari a sostenere il sistema della differenziata".

Così la coordinatrice provinciale di Sinistra Ecologia Libertà, Lina Grosso, replica alle dichiarazioni fatte dal sindaco di Lavello Antonio Annale.

"Annale, inoltre - continua Grosso - in assenza di alcuna motivazione plausibile che riguardi il suo Comune, decide inopinatamente di regalare a Fenice flussi di conferimento aggiuntivi che coprono e stabilizzano quelli derivanti dalla emergenza permanente di Potenza: l'esatto contrario di quanto dichiarato negli scorsi mesi circa l'opzione di superare Fenice, rinunciando progressivamente ad alimentarne i forni. Non c'è scusa che tenga. Si deve senz'altro tornare sul piano verificandone il livello di attuazione, ma questo è il modo peggiore per farlo: se Fenice può bruciare tutto, infatti, resta ben poco da pianificare".

Documento dell'assemblea regionale Sel - Basilicata sulla chiusura della verifica regionale

Documento sulla conclusione della verifica regionale approvato all'unanimità dall'Assemblea regionale di SEL Basilicata.

“L'Assemblea regionale di SEL Basilicata, all'unanimità, conferma il giudizio politico negativo già espresso dal Coordinatore regionale e dal Consigliere regionale sulla conclusione della verifica alla Regione.
SEL, pertanto, si ritiene libera nella propria azione politica e istituzionale da qualsiasi vincolo di maggioranza alla Regione.
Lo sbocco offerto alla verifica vanifica il lavoro, che per mesi la coalizione ha fatto, per un rilancio del centrosinistra e della sua coesione, puntando ad un' analisi vera della qualità della crisi e delle proposte da porre in campo. E' stato anche prodotto uno sforzo programmatico che poteva costituire la base di un ampio confronto con la società di Basilicata.