giovedì 6 dicembre 2012

Con la Fiom e per l’alternativa

La Fiom in questi giorni con lo sciopero e le sue manifestazioni testimonia ancora una volta che la questione del lavoro, dei diritti e della democrazia, sono temi che non possono essere derubricati dall’agenda politica.
La crisi economica, a lungo negata, è stata poi usata come alibi per un progressivo indebolimento degli istituti che garantiscono diritti nel mondo del lavoro, senza che queste operazioni abbiano portato la benché minima ricaduta in termini di crescita economica. Per queste ragioni così come nella raccolta firme per il ripristino dell’articolo 18 e per il reddito minimo garantito, le ragioni dello sciopero sono anche le ragioni di SEL. I continui attacchi al mondo del lavoro ci dicono che norme sulla rappresentanza non possono più attendere.
Occorre ribadire con decisione la centralità del lavoro e la necessità di una nuova politica economico, che attraverso la conversione ecologica sia motore di un nuovo modello di sviluppo. Solo in questo modo potranno affermarsi le ragioni di un nuovo modello sociale capace di rispondere alla crisi in modo efficace.

Resoconto riunione Presidenza Sel

Le primarie del centrosinistra ci consegnano, a pochi mesi dal voto, una coalizione che si misura con i nodi reali dell’agenda politica per il governo del paese.
La centralità del lavoro e l’urgenza di una diversa politica economica, la conversione ecologica dell’economia come costruzione di un nuovo modello sociale capace di rispondere alla crisi, la piena affermazione dei diritti di libertà e di autonomia della persona, il bisogno di rinnovamento e ricambio delle classi dirigenti come atto fondativo di una nuova politica: la discussione ed il confronto su questi nodi emersi nel corso delle primarie rende ora più concreta la messa in campo di una proposta effettivamente alternativa al governo tecnico e apre la prospettiva ad una guida politica del centrosinistra nel paese.
Oggi possiamo dire a ragione che tutto questo non era affatto scontato. La difficoltà di concepire le primarie come strumento di selezione della leadership a partire prima di tutto dai contenuti di merito della scelta e della responsabilità politica, la tentazione di tramutarle in una pura contesa interna di significato congressuale del partito democratico, la tendenza di gran parte del sistema mediatico di raffigurarle come il duello tra due soli contendenti, rischiavano di limitarne il senso per il quale ci siamo battuti prima nel rivendicarle e poi nel contribuire fortemente a realizzarle. E cioè la necessità, per tornare a vincere, di realizzare quella connessione virtuosa tra la partecipazione più ampia e diffusa dei cittadini e la costruzione di un’agenda politica capace di contrastare la crisi e dare speranza al cambiamento del paese.

Bilancio anticrisi

Oggi abbiamo approvato un bilancio che ha una natura anticrisi, che ha una intenzione di sostegno alla domanda interna e che ha una vocazione a difendere il cuore del welfare come il pezzo forte della nostra civiltà. Abbiamo compiuto delle scelte che hanno un carattere fortemente e volutamene politico. In questa manovra di bilancio siamo riusciti da un lato a difendere fino all’ultimo euro tutto ciò che sta nei salvadanai destinati alla protezione delle fragilità, delle vulnerabilità e delle povertà e dall’altro, nonostante i tagli terribili che abbiamo subito, siamo riusciti a raddoppiare il numero delle borse di studio (dal 35% al 70%), a portare risorse fresche su Taranto, dando un ulteriore segnale a quei processi di apertura del ciclo della qualità dell’ambiente, ma soprattutto siamo riusciti ad allentare la pressione fiscale per i cittadini.
Penso che la Puglia sarà l’unico posto d’Italia in cui si toccano le tasse non per aumentarle ma per diminuirle. Abbiamo mantenuto la promessa e per il 2013 alleggeriamo la pressione fiscale sui pugliesi abbassando l’Irpef da 0,3 a 0,1 per i redditi che vanno da 0 a 15mila euro e dal 0,3 a 0,2 per i redditi da 15mila a 28mila euro. Una manovra anticrisi dunque che dà più ossigeno al mondo delle piccole imprese e al mondo dei pugliesi.

Nichi Vendola

“Svolta a sinistra e ricambio generazionale”

 
«Sono abbastanza felice », dice Nichi Vendola. Non ha vinto lui, ieri sera, ma – il leader di Sel ne è convinto – «ha prevalso la sinistra». Un’Italia che chiede scuola pubblica e tutele per i lavoratori. Un Paese che vuole il rinnovamento proposto da Matteo Renzi, ma che ha bisogno di molto molto altro. Soprattutto, ha vinto Pier Luigi Bersani: il governatore pugliese gli riconosce la corona di «candidato premier». E ha perso Mario Monti: «Lo vedo in panchina, come molte altre personalità che hanno dato tanto al Paese. Bisognerà parlarne, certo, ma non è questo il momento di farlo ».

Si aspettava un risultato così netto?
«Ci speravo molto. Questa straordinaria meccanica delle onde, che è la partecipazione democratica, è stata animata da proposte, anche diverse, di innovazione, di cambiamento, di riforma. Penso che in ciascuna di quelle posizioni ci siano arricchimenti per un’agenda riformatrice, e penso che il significato sintetico e luminoso di questo voto finale è che il Paese chiede una svolta a sinistra nell’agenda di governo».

martedì 27 novembre 2012

Melfi: Sel su risultato primarie

La sezione di Sinistra Ecologia Libertà di Melfi esprime profonda soddisfazione per l’ottimo risultato raggiunto nella nostra Città nell’ambito della competizione elettorale delle primarie del centro – sinistra. Vendola a Melfi si attesta intorno al 24,3%; un risultato importante che dà prova di un lavoro costante e fondamentale per l’intera comunità. Gli elettori del centro – sinistra hanno voluto premiare il grande impegno del nostro partito, che si manifesta attraverso la passione delle idee e il coraggio di chi crede che il cambiamento sia possibile.
Sono diverse le considerazioni che meriterebbero di essere fatte a proposito della giornata di ieri. Prima tra tutte, la voglia di partecipazione che ancora si registra. A Melfi, come in Italia, è stata significativa la numerosa presenza di donne e uomini che con il loro voto, ieri, per i cinque candidati in lizza, hanno saputo dichiarare e manifestare il desiderio di sentirsi partecipi della vita politica e sociale del nostro Paese, nonostante il clima di delusione e scetticismo generale che caratterizza il nostro tempo. Un grazie particolare, quindi, prima di tutto a loro, per averci ricordato ancora una volta che la buona politica è possibile e merita sostegno.

mercoledì 14 novembre 2012

Da Pomigliano a Lisbona: ce lo chiede l’Europa!


Con Maurizio Landini, a Pomigliano, a manifestare insieme ai lavoratori. Oggi si manifesta in tutta Europa: l’austerità cieca non ci ha tirato fuori dalla crisi ma ha solo peggiorato le condizioni di vita delle persone. Agli italiani hanno fatto credere che dimagrendo diritti e reddito, strizzando come stracci i lavoratori ci sarebbe stata crescita. È falso e il falso è sotto gli occhi di tutti.

Nichi Vendola

Numero di identificazione. Subito.

Ci sono giornate bellissime, in cui le persone nonostante tutto scendono in piazza e manifestano la voglia di un’Europa migliore. Lo fanno a viso aperto. Quello che è accaduto, testimoniato da Repubblica in questo video, non è tollerabile.
Il governo stabilisca una norma di civilità immediata: il riconoscimento, attraverso un numero di identificazione sul casco, di tutte le forze dell’ordine. Perché non possiamo che dire una parola agli autori di questo gesto: vigliacchi.
 
 

NICHI VENDOLA 24 ottobre 2012 | Rionero in Vulture

NICHI VENDOLA
24 ottobre 2012 | Rionero in Vulture
Cinema Vorrasi



Riprendiamoci l’Europa

Oggi Sinistra Ecologia Libertà sarà nelle piazze, per un’Europa diversa, che abbia a cuore i diritti sociali e i diritti sociali. Per chiedere un ritorno al sogno europeo, dove si metta fine all’epoca delle fallimentari misure di austerità, che modifiche il patto di stabilità e si riparta da nuove politiche di investimento, del lavoro, di welfare, fiscali per uscire dalla crisi ripartendo dalla cura dei propri cittadini e dalla creazione di nuovi posti di lavoro in un’economia ecologicamente sostenibile.
Scendiamo in piazza, riprendiamoci l’Europa.

*Qui, nello speciale 14 novembre del sito della Cgil, potete trovare tutti gli appuntamenti e le informazioni sulla giornata di domani.

Basta giocare allo sfascio


‘Io sarò leale nei confronti della Carta di Intenti e mi aspetto che chiunque vinca le primarie assuma la Carta di intenti come bussola.
Credo che la coalizione che dovrà governare l’Italia debba avere nella propria impostazione programmatica un avanzamento radicale sul terreno dei diritti sociali e dei diritti civili. E su questo dovremo costruire un progetto che ruoti su due parole: modernità e libertà’. Così Nichi in un’intervista che appare oggi sul Quotidiano Nazionale.

Leggi l’articolo

mercoledì 31 ottobre 2012

Sono felice


Sono molto felice. Quella di questa mattina è una sentenza che mette fine a una vicenda che per me ha rappresentato ragione di grande dolore e turbamento. Abbiamo vissuto decenni di conflitto incandescente tra politica e giustizia, uno squilibrio continuo tra poteri dello Stato, con un’idea pericolosa, secondo la quale si può minare alle fondamenta il principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. È ancora penoso per me vedere il mio nome e cognome associato a figure di reato. Ma ho sempre cercato di rispondere nelle aule di giustizia, perché penso che ci si debba difendere nel processo e non dal processo. Per me è questa è una regola fondamentale.La nostra democrazia è fondata sull’equilibrio tra poteri distinti e indipendenti e anche quando questo ha significato per me bere un calice amaro, ho voluto mostrare ossequio a questo principio. Bisogna avere rispetto e fiducia nei confronti della magistratura, rispetto nei confronti di un ufficio di Procura, quand’anche gli argomenti della Procura dovessero essere spiacevoli.

Video, conferenza stampa Vendola su assoluzione

Clicca qui per vedere la conferenza stampa di Nichi Vendola tenuta subito dopo l’assoluzione.


lunedì 29 ottobre 2012

Don Rodrigo e la violenza contro le donne

“A metà del XX secolo si è verificato un avvenimento di cui fatichiamo a valutare la portata, cent’anni dopo la nascita di colei che l’ha espresso a chiare lettere: il secondo sesso è libero! … si trattava e si tratta ancora di una mutazione antropologica in corso” così Julia Kristeva nell’introduzione alla nuova edizione del Secondo sesso di Simone de Beauvoir.
Questo mutamento è potente, mette in discussione una millenaria storia di controllo del corpo femminile. Una storia in cui la violenza maschile contro le donne non era riconosciuta e nominata. All’ultimo dibattito contro il femminicidio a cui ho partecipato un’importante dirigente sindacale ci narrava una memoria infantile fatta anche del nonno che prendeva a bastonate sua nonna.
Poi qualcosa è successo, nella seconda metà del secolo scorso. Non si può non partire da questo, dalla soggettività femminile che nasce e cambia tutto, compresa la vita degli uomini. Ma un cambiamento così grande non è un battito di ciglia. Ognuna di noi nella sua esistenza, anche se non ha incontrato o sfiorato la violenza personalmente, conosce lo scarto tra la propria consapevolezza e libertà e un corpo che nello scontro fisico è più debole.

Un’intollerabile Forza Nuova

Lo striscione trovato venerdì mattina davanti alla sede del Cassero di Bologna e’ solo uno degli ultimi sintomi dell’intolleranza che una parte della popolazione italiana deve subire ogni giorno. Una provocazione che arriva a due giorni dall’approvazione alla Camera in Commissione Giustizia del testo base della legge contro le discriminazione causate dall’orientamento sessuale.
Siamo convinti che nessuno, alla vigilia dell’inaugurazione di Gender Bender, il festival sulle identita’ sessuali che si terra’ proprio a Bologna, non si fara’ minimamente intimidire. Vincenzo Brana’, il presidente del Cassero, ha invitato Forza Nuova ad un confronto pubblico sul tema: e’ la miglior risposta che potesse dare. Queste tendenze discriminatorie vanno combattute mettendo in evidenza la pochezza dei contenuti che hanno.

Una condanna da medaglia

Certo che questo è un paese strano: c’è un magistrato della procura di Bari che chiede venti mesi di carcere per il governatore della Puglia Nichi Vendola.
Se si valutasse questa richiesta così per come ci arriva, sembrerebbe un segno terribile, una mezza condanna. Se proviamo a ricostruire la vicenda in cui è inquisito, scopriamo che Vendola è inquisito per le accuse di una dirigente rancorosa che ha allontanato dalla sua amministrazione non appena ne è stato scoperto il coinvolgimento nelle inchieste della sanità. E poi che Vendola è accusato di aver favorito la nomina di un primario che non conosceva, il professor Sardelli, vicino al centrodestra (quindi lontano dalle sue idee), che ha costruito a tempo di record un reparto di chirurgia toracica all’ospedale San Paolo.

“Io come Davide contro due Golia”


«Melfi per me non e’ la tappa di un tour elettorale. Nei 21 giorni del 2004 ero qui, ero qui tutte le notti. La mattina andavo alla Camera e poi tornavo, per capire da vicino cos’era la condizione operaia, il bioritmo dei turni continui. Io dichiaro da che parte sto, sto qua».
Intercettiamo Nichi Vendola mentre, a Melfi, incassa un endorsement pesante per il nostro mondo, quello dei tre operai reintegrati in fabbrica dopo essere stati ingiustamente accusati, nel 2004, di aver sabotato il lavoro.

Ora lei ha invitato i candidati alle primarie a riaccompagnare in fabbrica i reintegrati di Pomigliano. Bersani le ha risposto?
«No. O non ancora. Ma nell’Italia in cui molti anche di sinistra si sono sentiti rappresentati dalla modernita’ livida di Marchionne, per me la modernita’ è una lezione che ho imparato dalla povera gente: liberarsi dalla paura, dal ricatto, dalla precarieta’».

lunedì 22 ottobre 2012

Un’altra vittoria


La Corte d’Appello del Tribunale di Roma ha ancora una volta respinto il ricorso della FIAT. Ai 145 lavoratori di Pomigliano iscritti alla FIOM è stato riconosciuto il diritto al lavoro. È un’ottima notizia per chi crede nella difesa del diritto al lavoro dall’attacco arrogante dei potenti ed è anche l’ennesima dimostrazione che l’atteggiamento di Marchionne nei confronti degli operai non è stato per niente corretto.
Per troppo tempo il lavoro è sparito dal dibattito politico. E così sono sparite anche le ragioni dei lavoratori. Questo non è più ammissibile. Per questo invito gli altri candidati alle Primarie, Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi e Laura Puppato ad accompagnare il ritorno in fabbrica dei lavoratori di Pomigliano. Insieme, per il lavoro.
Nichi Vendola

venerdì 19 ottobre 2012

Nichi Vendola ospite del programma di La7 Piazza pulita

Piazza pulita
Giovedì 18 ottobre Nichi Vendola è stato ospite del programma di La7 Piazza pulita.
Guarda la registrazione della puntata.

Il lavoro prima di tutto. Sabato in piazza

Sabato 20 ottobre la CGIL ha indetto a Roma in piazza S. Giovanni una grande manifestazione nazionale per una giornata di mobilitazione per cambiare l’agenda del Governo Monti e contro  la legge di stabilità, l’ennesimo provvedimento che  colpisce la parte più povera del Paese.
E’ la dimostrazione di come questo governo non guardi minimamente alle condizioni materiali di milioni di uomini, donne, giovani e pensionati che vedono tutti i giorni peggiorare le loro condizioni e prospettive di vita e di lavoro.
SEL aderisce convintamente alla manifestazione a fianco della CGIL invita i propri iscritti e militanti a partecipare. “Il lavoro prima di tutto!” deve diventare non solo lo slogan della manifestazione ma uno dei punti centrale della lotta e dell’iniziativa politica delle forze del centrosinistra che si vogliono candidare alla guida del paese.

mercoledì 17 ottobre 2012

Lotta nel PD, ma il Paese è da un’altra parte

Non voglio entrare nel dibattito interno al Partito Democratico. Lo trovo assurdo e mi sta stretto, perché nel frattempo il paese reale è da un’altra parte, ha altre esigenze, altri bisogni. Il Paese parla del lavoro che non c’è, della frustrazione degli insegnanti, dei libri scolastici e delle cure che costano troppo. Temo moltissimo che il tema della lotta per le candidature possa occultare la questione vera, che per me è eliminare l’ingiustizia. La questione vera è mandare in soffitta la stagione del liberismo. Ho paura che quando l’unica cosa che emerge è la lotta tra i giovani che vogliono prendere il potere dei vecchi e i vecchi che non lo vogliono mollare, il rischio è che non si mette in discussione la sostanza e cioè un modello sociale, le scelte politiche che hanno portato l’Italia al disastro.
E mentre la lotta per le candidature nel PD provoca un rumore assordante, il governo si permette di introdurre il silenzio assenso che consente di edificare in luoghi sottoposti a vincolo ambientale e paesaggistico. Di questo dobbiamo parlare, del rinnovamento della classe dirigente a partire dai temi sensibili e dalle necessità che i cittadini esprimono.

Nichi Vendola

lunedì 15 ottobre 2012

Il Sindaco di Rionero, Antonio Placido: "Sostengo Vendola, non voglio confusione"

Appello "Basta divisioni. Parta dal Sud la sfida del Governo". Il Sindaco di Rionero in Vulture era stato inserito tra le adesioni dall'Unità: «Sostengo Vendola, non voglio confusione».

«IO STO CON VENDOLA» - Il Sindaco di Rionero in Vulture, Antonio Placido, smentisce la sua adesione: «Apprendo dalla stampa della pubblicazione di un appello intitolato "Basta divisioni. Parta dal Sud la sfida del Governo" recante tra le varie, anche la mia adesione. 

Vorrei chiarire che sono inequivocabilmente schierato con Nichi Vendola e, pertanto, non sottoscrivo alcun appello che possa in misura anche minima, rendere confuso il mio sostegno alla sua candidatura.

Non sto sostenendo che mi sia stata estorta la firma ma immagino, semplicemente, che si sia prodotto uno spiacevole difetto di comunicazione».

Italia. Bene comune.


Sabato 13 ottobre, a Roma, è stata presentata la coalizione del centrosinistra.

Potete scaricare:
- la Carta d’intenti,
- le Regole per le Primarie 2012 del centrosinistra,
- l’Appello degli elettori dell’Italia Bene Comune,
- il Collegio dei garanti

lunedì 8 ottobre 2012

Oppure Vendola

 
Pubblichiamo il video dell’intervento di Nichi Vendola ad Ercolano per l’apertura della campagna x le primarie.


Qui il testo integrale del discorso di Nichi .

Nichi a In Onda

Nichi Vendola è stato ospite di Luca Telese e Nicola Porro a In Onda, trasmissione televisiva di La7.

Guarda il video.

Ercolano, 6 ottobre 2012. Il discorso di Nichi


VENDOLA PRESIDENTE

Ercolano, 6 ottobre 2012
Il discorso di Nichi

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giovedì 4 ottobre 2012

Nichi risponde a l’Espresso

Pubblichiamo le risposte di Nichi Vendola che l’Espresso ha posto ai candidati alle primarie.

1 Riforma delle pensioni e dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori: lei pensa che un eventuale governo di centrosinistra nella prossima legislatura dovrebbe intervenire su questi provvedimenti del governo Monti, o lasciarli immutati? E qualora pensi sia necessario intervenire, in che modo lo farebbe?
Quando si parla di riforme, uno pensa ad un miglioramento della propria condizione o di quella collettiva. E invece in Italia avviene un’altra cosa: si parla di riforma quando semplicemente si scaricano sulle parti piu’ deboli della societa’ i costi di una crisi economica – causata dalla finanziarizzazione dell’economia – e di un fallimento di classi dirigenti, sempre piu’ impegnate a difendere i propri privilegi. Si e’ voluto far cassa, nel modo piu’ immediato e semplice, con interventi in ambito previdenziale e con una destrutturazione degradante mercato del lavoro.
Un giorno e’ toccato ai pensionati, il giorno dopo ai diritti dei lavoratori, l’altro ancora ai giovani sempre piu’ condannati alla pena della precarieta’.
A me colpisce che non si sia voluto intervenire, ad esempio, nel correggere i guasti profondi prodotti dalla gestione berlusconiana nel settore della scuola, della ricerca,dell’universita’. Anzi si e’ proseguito con la devastazione programmata dalla Gelmini di un settore strategico per il futuro del nostro Paese.

FIAT - SATA di Melfi, nota di Carmine Fundone (Coordinatore Circolo Sel di Melfi)



Le recenti dichiarazioni di Romiti basterebbero da sole a definire grottesca e paradossale la situazione vissuta per due anni nel nostro Paese con riferimento al “piano fabbrica Italia” annunciato da Marchionne e avallato supinamente da una parte del sindacato, esclusa la Fiom, e dalla maggior parte della classe dirigente nazionale, incluso il governo dei cosiddetti “tecnici”. L’investimento di 20 miliardi prospettato dall’ad Fiat si è volatilizzato e con esso tutte le bugie e le fantasie circa una azienda che non aveva bisogno dei finanziamenti pubblici e che era in grado di competere da sola sullo scenario internazionale. Bugie che, tuttavia, non sono rimaste innocue ma hanno prodotto disastri sul piano sociale, lavorativo e sindacale: proprio questo annuncio del fantomatico “piano fabbrica Italia”  ha infatti determinato la genuflessione delle istituzioni, a tutti i livelli, e la conseguente produzione di norme (Legge Sacconi e riforma Fornero) che hanno contribuito a rideterminare una ristrutturazione complessiva del settore auto in Italia con una sostanziale cancellazione della rappresentanza sindacale e il peggioramento complessivo delle condizioni economiche e normative del lavoro.

martedì 2 ottobre 2012

Due passi avanti


Non sarà un presunto cavillo di forma a fermarmi. E non mi fermerà nemmeno la confusione politica e istituzionale agitata ad arte a Roma due giorni prima della presentazione delle liste. Da cittadino italiano e siciliano, da candidato alla presidenza di un progetto politico forte e condiviso, non mi rassegno, non rinuncio, non mi ritiro: anzi, rilancio. Sono in campo accanto a Giovanna Marano. Con la stessa ambizione di ieri: restituire ai siciliani una politica che si prenda cura della loro vita e dei loro diritti. Un’ambizione condivisa dai tanti che in queste settimane sono cresciuti e si sono raccolti attorno a noi. Ma forse proprio l’idea che questa terra potesse finalmente liberarsi dalle tossine del passato, l’idea che anche la Sicilia diventasse buon laboratorio di democrazia e non più terra di appartenenze e di obbedienze ha destato molte preoccupazioni. A Sicilia e a Roma.
Ecco i fatti, riepilogati per un’ultima volta.

mercoledì 19 settembre 2012

I bluff di Marchionne

Piange il telefono (da intonare come la celeberrima canzone di Mimmo Modugno). Piange il telefono della Fornero, abituata alle performance lacrimose, che ha lanciato il suo duro penultimatum all’amministratore delegato della Fiat. “Marchionne lo sento spesso (e cosa vi dite, di grazia), mi ha detto che sarebbe andato negli Stati Uniti (week end lungo si direbbe…). Gli ho dato alcune date per incontrarci, ma il telefono non è ancora squillato”. Povera Fornero! Proprio lei. Che con un alzata di sopracciglio stende i sindacati e lascia sul campo morti e precari.
Proprio lei viene snobbata dall’imprenditore che più ha ispirato la versione di Elsa, quella dell’agir pubblico contro gli interessi della maggioranza degli italiani.

Vendola: «vorrei un figlio ed una nuova sinistra»


«Se ora potessi fare quello che voglio, farei un figlio». Sarei un buon padre. «Farei il padre forse meglio di come ho fatto il politico», dice Nichi Vendola durante un lungo forum con la redazione di Pubblico. E spiega che cosa trova di bello nel rapporto con i bambini. «Ho cresciuto i miei nipoti. Ho giocato per anni con i figli dei miei amici. Mi piace la cessione di sovranità dagli adulti ai bambini, che avviene quando il rapporto è corretto, quando il genitore non adultera il bambino ma sa ascoltarlo» e poi «giocare significa mettersi in gioco, e quando capisci che nel gioco è il bambino che può educare te, è bellissimo». Poi esce dal privato e parla da politico: «Sì, credo che dobbiamo batterci per riconoscere il diritto delle coppie gay sia ai matrimoni che alle adozioni. La società italiana è matura per i matrimoni e per le adozioni omosessuali».
In un’intervista senza filtri con la redazione di Pubblico, Vendola si sbottona, parla di sé, ma soprattutto delle alleanze, del patto con Bersani, di Renzi, di Marchionne e della foto di Vasto. Ma andiamo con ordine.

“Quaderni” per cambiare la scuola


A Settembre, come è tradizione, si torna a parlare di scuola e si manifestano i buoni propositi per il nuovo anno scolastico. Quest’anno, il Ministro Profumo vagheggia una scuola informatizzata con pagelle in rete e docenti con la tavoletta elettronica.
Grande idea! La rivoluzione informatica che entra finalmente nell’istruzione. Ma a ben guardare la scuola “paperless”, cioè senza carta, l’abbiamo raggiunta da tempo visto che, troppo spesso, docenti e studenti devono portarsi da casa la carta per le fotocopie e perfino quella igienica.
Siamo stufi di sentire parlare al futuro, non vogliamo mirabolanti promesse ma impegni concreti e, soprattutto, vogliamo un nuovo governo che trovi il coraggio di dire, e sarebbe una vera rivoluzione culturale, che bisogna trovare le risorse per riprendere il cammino interrotto da decenni. Quel cammino che un paese, appena uscito dalla guerra, ebbe il coraggio di intraprendere.

martedì 11 settembre 2012

Per quelle generazioni…

Ecco il discorso di Nichi all’inaugurazione della 76esima edizione della Fiera del Levante di Bari:

‘Il silenzio del Sud e i rumori del Nord hanno accompagnato anni di scomposizione del corpo civile e sociale del Paese, lo sfibramento di un racconto condiviso, di un’ambizione comune, di una missione capace di dare all’Italia e alla sua collocazione geopolitica la cifra culturale di un grande progetto euro-mediterraneo. Qui, come altrove nel vecchio continente, è andato in scena il copione delle piccole patrie, di un moderno tribalismo alimentato dalla paura della globalizzazione e delle sue incognite. Il sogno di Altiero Spinelli si è ridotto alla forma prosaica di una moneta oggi sotto assedio. Ma un Euro senza Europa, senza una forte soggettività politica continentale, senza istituzioni democratiche robuste, non ha potuto farsi scudo e ripararci dagli artigli degli speculatori. La fragilità politica si è presto trasformata in vulnerabilità economica. La retorica dell’Unione ha lasciato rapidamente il posto all’egoismo miope degli Stati nazionali e agli effetti regressivi delle predicazioni nazionalistiche. In questa scena siamo collocati, qui dobbiamo svolgere la nostra parte.

Da Alcoa ad Ilva: serve una politica di sviluppo strutturale


La vicenda Alcoa non è solo la tragedia di 800 lavoratori disperati, ma anche la cartina di Tornasole dell’incapacità di questo Governo di porre in atto politiche di sviluppo concrete, cioè di programmare un futuro per questo Paese e per la sua ripresa economica. Le incredibili dichiarazioni del Ministro dello sviluppo economico, secondo il quale “è impossibile trovare nuovi compratori perché l’impianto è di scarsissimo interesse” non solo divengono la pietra tombale di ogni possibile trattativa industriale, ma dimostrano palesemente l’incapacità di guardare lo scenario economico italiano con capacità di visione.
In un Paese che importa l’85% del suo fabbisogno di alluminio, che paga l’energia fino al 40% in più della media U.E., che paga vincoli strutturali pluridecennali che la pongono ogni giorni più fuori dal mercato internazionale, si prosegue ad affrontare le crisi industriali come fossero “incidenti locali”, e non conseguenza diretta della mancanza assoluta di progettualità strutturata e di sistema.

giovedì 6 settembre 2012

Ass. naz.le SEL: “Siamo in campo per cambiare il Paese”


“Siamo in campo. Abbiamo riaperto molte partite che sembravano chiuse. Possiamo cambiare il paese e non ci sottrarremo. Siamo chiamati ad un impegno straordinario pieno di promesse, di liberazione e di scoperte. Starà a tutti noi esserne all’altezza“.

Si chiude così il documento approvato dall’assemblea nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, approvato a larghissima maggioranza (8 voti contrari su 147 accreditati). In contemporanea, è stata approvato la carta di intenti di SEL in vista delle primarie “E’ tempo di cambiare”.

Siamo in campo. Perché vogliamo vincere e non ci sottrarremo alla partita.

Qui il documento respinto, che ha ottenuto 8 voti a favore.

giovedì 23 agosto 2012

Festa Provinciale Sinistra ecologia Libertà

FESTA PROVINCIALE SEL
25 - 26 AGOSTO | SENISE
Piazza Unità d’Italia, Rotalupo
 
 
 
 
 


 
SABATO 25

Ore 15:00 1° Triangolare antirazzista “Ama il calcio, Odia il razzismo”


Partecipano: Rappresentativa Senise - F.lli Cafaro - FTS Rionero
presso Stadio Giambattista Rossi, Senise

Ore 17:30 Spazio Libreria "Aletheia":
PETROLIO: ENRICO MATTEI, L'ENI, E LA SFIDA ALLE SETTE SORELLE.
Incontro con il Prof: Nico Perrone, Università di Bari

lunedì 20 agosto 2012

SEL non ha paura dei diritti

SEL non ha paura dei diritti e aderisce al manifesto “Chi ha paura dei diritti?” di Laicità e diritti.

Abbiamo accolto con favore che finalmente i diritti civili siano entrati nell’agenda della politica italiana, con l’auspicio, per noi priorità, che il nostro Paese colmi finalmente il gap di civiltà che lo separa dagli altri stati europei. Diritti civili e sociali convivono necessariamente, e non riguardano minoranze né vengono dopo le questioni di carattere economico, su cui sono accesi i riflettori della “tecnica politica”.
L’urgenza di riconoscere i diritti finora negati alle unioni omosessuali ha trovato lo spazio che le spetta all’interno del dibattito politico, con aperture più o meno timide, che comunque costituiscono un passo avanti verso il matrimonio omosessuale, obiettivo per SEL che si salda con la necessità di aggiornare tutto il diritto di famiglia, ormai obsoleto rispetto ai nuclei familiari reali, etero e omosessuali.

giovedì 16 agosto 2012

Ilva, lo scontro non risolve i problemi

“Andare allo scontro e’ sbagliato. Gli atti del giudice indicano la strada per evitare la chiusura. Qui, a Bari, al tavolo degli incontri che ho avuto con l’Ilva e i sindacati, abbiamo scelto un’altra strada rispetto a quella di Roma. E ne sono felice, perché nelle prossime ore la partita potrebbe anche sbloccarsi”

Presidente Vendola, ce l’ha con la decisione del governo di ricorrere alla Consulta contro la magistratura pugliese?
«Mi tengo alla larga dalle dispute giuridiche. Ma vedo i fatti. L’esecutivo, per bocca del sottosegretario Catricalà, ha attivato un conflitto con i giudici di Taranto. Dal tavolo pugliese, con l’Ilva e le forze sociali, è partito invece un rilancio positivo del confronto con la magistratura». 

Basta questo per pensare di risolvere il caso?
«Abbiamo chiesto all’Ilva di confermare il nuovo stile dell’azienda. Il dialogo con le parti, una svolta radicale su ambiente e salute. E il prefetto Ferrante ha manifestato tutto il suo rispetto per le decisioni dei giudici». 

Videolettera di Nichi al popolo del centrosinistra


‘Nella casa che voglio costruire, la casa del centrosinistra, non c’è Pierferdinando Casini. Abbiamo idee diverse su molte cose’. Così Nichi nella videolettera in cui chiarisce il dibattito su alleanze e scenari futuri di SEL nel centrosinistra e con cui ritrae i punti salienti dell’agenda politica: ‘Pensiamo che ci sia bisogno di costruire una nuova sinistra e di spostare l’asse sul tema dei diritti e del lavoro. Noi diciamo lotta contro la precarietà, lotta contro l’assenza di regole, lotta contro la disoccupazione, lotta contro la legge 30, contro la Bossi-Fini. Mi candido alle Primarie per rompere radicalmente con il liberismo’.

E’ tempo di cambiare


Nichi Vendola oggi ha annunciato la sua candidatura alle primarie del centrosinistra. Pubblichiamo il documento presentato alla stampa che contiene una base di proposte e contenuti della candidatura di Nichi che viene proposta alla discussione e al confronto con i movimenti, il mondo dell’associazionismo e del mondo civile, le associazioni del mondo giovanile e studentesco, gli amministratori pubblici, a tutte e tutti coloro che pensano, sperano, vogliono e sono disponibili a salvare e a cambiare l’Italia.

Clicca qui per leggere e scaricare il documento.

giovedì 26 luglio 2012

Riprendiamoci le piazze e diamo colore alla città

Riprendiamoci le piazze, riempiamole di sguardi,ascoltiamone le parole colorate pronunciate dai nostri fratelli respinti dalla loro terra e che nella nostra cercano pace.
Riprendiamoci le piazze per difendere i diritti di tutte e di tutti, per isolare le schegge impazzite che feriscono, a volte uccidono con bombole di gas o con l’incuria.
Riprendiamoci le piazze per salvarci tutti e tutte insieme. Diventiamo cittadini e cittadine consapevoli e uomini e donne capaci di restituire ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze il futuro che gli è stato sottratto.

Nichi Vendola

lunedì 23 luglio 2012

Austerità e fiscal compact peggiorano la crisi


Nella distrazione e nel silenzio piu’ impotente la Camera dei Deputati ha approvato il Mes (meccanismo europeo di stabilita’) e il Fiscal compact. Sono due imposizioni della politica dell’austerita’ promossa in primo luogo da Angela Merkel. Sono due strumenti che, insieme all’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione (anche quella modifica e’ passata senza alcun dibattito nel Paese), impongono una riduzione della capacita’ decisionale delle istituzioni democratiche.
Non a caso in Germania, che pure e’ la massima esponente di questa linea, la corte costituzionale ha posticipato a settembre il pronunciamento sui ricorsi di costituzionalita’ che hanno accompagnato questi provvedimenti. Dobbiamo sapere che il Paese reale, i disoccupati ma anche i lavoratori, sempre piu’ esposti alla poverta’, saranno i piu’ colpiti dalle nuove tasse e dai tagli alla spesa sociale.

Welfare e pieni diritti nel programma


Sottoscrivere il vincolo di maggioranza come propone Bersani? «Sono d’accordo perché non possiamo esporci alle stesse sceneggiate che hanno determinato, con il protagonismo nefasto di Mastella, la caduta del governo Prodi. E anche perché dobbiamo tracciare una linea netta con il liberismo, soltanto così i riformisti diventano egemoni di una svolta non solo italiana ma europea». Il leader di Sel, Nichi Vendola, dice sì alla cessione di un pezzo di sovranità da parte degli azionisti della futura maggioranza, ma sui diritti civili alza la posta: «Non mi basta più il riconoscimento delle coppie di fatto. Adesso si parla di matrimonio gay».

Vendola, la piattaforma indicata da Bersani la convince?
«Prima di ogni altra considerazione chiedo al Pd di entrare nelle aule di Camera e Senato con la schiena dritta sui finanziamenti al servizio sanitario nazionale, i trasporti e la privatizzazione delle società “in house”: sono tre capitoli della spending review devastanti sul piano sociale, di destra. Il governo lo sa che queste misure significano riduzione dei livelli essenziali di assistenza, difficoltà di mobilità per studenti, lavoratori e danni enormi alle pubbliche amministrazioni con il taglio indiscriminato delle società in house? Il Pd ha tutta la forza e l’autorevolezza per imporre il proprio punto di vista al governo Monti, che mi sembra addirittura più cinico di Tremonti».

lunedì 9 luglio 2012

Dopo le due sinistre


Ho letto con grande interesse e profonda condivisione la riflessione di Mario Tronti pubblicata ieri su L’Unità. Tronti squaderna la domanda che in tanti si stanno facendo, ovvero se esista la possibilità di costruire una soggettività politica di sinistra autonoma, che non sia più incastrata tra riformisti succubi dell’egemonia neoliberista e i radicali avvolti nelle scarlatte bandiere della testimonianza. Siamo partiti dalla nostra parzialità. Non volevamo un ennesimo “nuovo partito” ma provare a “riaprire la partita”. La nascita di Sinistra ecologia libertà è tutt’uno con la domanda”si può uscire dalla crisi da sinistra?” Abbiamo iniziato dalle parole, dal vocabolario di un nuovo progetto di liberazione: beni comuni, diritti civili, diritti dei lavoratori, energie rinnovabili, sviluppo sostenibile e soprattutto eguaglianza, una parola densa di storia e ancora piena di promesse. È proprio la diseguaglianza prodotta dal finanz-capitalismo ad essere la radice della crisi di convivenza, ripartire da qui è indispensabile. Abbiamo poi immaginato una nuova grammatica, fatta di relazioni tra persone vive e non di mediazione tra apparati e blocchi di potere morti. Per noi, che amiamo la Costituzione repubblicana, nulla è più straordinario della pratica della democrazia, meglio se diretta e partecipata: in primo luogo nei luoghi di lavoro e poi nelle istituzioni rappresentative, mai tanto mortificate. Una grammatica nuova che scoprisse anche la forza delle primarie, con il primo obiettivo di aprire le scatole cinesi che hanno imprigionato i partiti.

mercoledì 4 luglio 2012

Danzando sul ciglio del burrone

Riemergere dall’onda lunga del conformismo e della retorica nazionalista che hanno improntato i commenti post vertice Ue, non è facile. Eppure bisogna farlo, pena patire troppo dure delusioni quando le sirene delle magnifiche sorti e progressive delle elite economiche finanziarie europee avranno finito il loro canto. Se ne sono sentite di tutte. La contemporaneità dei campionati europei ha impastato i giudizi politici con metafore calcistiche. Così veniamo a sapere che ai Tre-Monti si sono sostituiti i Tre-Mario e persino un raffinato giornalista di lungo corso come Eugenio Scalfari non riesce a evitare di scadere nell’orrido con il doppio parallelismo Hollande come Cassano, Monti uguale a Balotelli. Leggere, per credere, i giornali di domenica. Poi ci ha pensato la nazionale di calcio spagnola e l’apertura non proprio travolgente dei mercati il lunedì mattina a raffreddare i troppo facili entusiasmi.

Vendola: «Pd-Udc? Una resa. Così non ci sto»

Presidente Nichi Vendola, Bersani e Casini si trovano d’accordo su un patto fra «le forze progressiste e quelle democratico-costituzionali». Il suo partito, Sel, è interessato?
È sempre più difficile trovare il bandolo della matassa di una politica vissuta come pura alchimia, indifferente ai problemi, ai dolori, alle speranze della società. Se qualcuno pensa che Sel sia aggregabile a un polo neomoderato fondato sull’alleanza strategica fra Pd e Udc, spiace deludere, si sbaglia. Non siamo gregari di un’ipotesi che non metta in campo una proposta forte e chiara di alternativa al ’paradigma Monti’.

Voi sarete comunque contro Monti?
La mia prospettiva è «contro Monti». Quella di Bersani è «oltre Monti». Quella di Casini è «Monti dopo Monti». Ed è importante: questo paradigma ha a che fare con l’analisi della crisi e con l’idea di ricostruzione del profilo economico-sociale di un continente devastato dal mucchio selvaggio dei finanzieri, degli speculatori e dei tecnocrati di scuola liberista. Ma com’è possibile immaginare, nel cuore di una crisi così drammatica, un discorso così politicistico? In questi anni mi sono battuto perché il centrosinistra vivesse e fosse il campo di una ricerca larga, di un’interconnessione fra politica e società, fra partiti – la foto di Vasto – e movimenti critici che molto più dei partiti hanno smascherato le malefatte del berlusconismo. Senza steccati o veti. Si può immaginare l’allargamento ai moderati. Ma così si consegna loro la cifra culturale di una coalizione. Che rischia di essere solo uno stimolo all’antipolitica.

“I nostri veri alleati? il popolo dei referendum e delle primarie”


Monti barcolla, Bersani scalda i motori per un accordo strutturale con Casini, Berlusconi rimette fuori la testa. E a sinistra che succede? Il sito Linkiesta ne ha parlato con Nichi Vendola. 

Presidente, partiamo dall’Europa, in preda ad una crisi al contempo economica e politica: Lei che idea si è fatto al riguardo?
La crisi economico-finanziaria ha rivelato quella politica, ha messo cioè in evidenza la straordinaria debolezza di un’Europa, costruita, a partire dalla moneta, con istituzioni fragili e scarsamente capaci di dare corpo a quell’idea di unione europea che passa per la cessione di un pezzo di sovranità da parte degli stati membri. L’Europa ha fatto uno straordinario balzo in avanti all’indomani del crollo del Muro di Berlino e della storica riunificazione delle due Germanie. Subito dopo però, anche a causa della prevalenza, in quasi tutti i paesi continentali, di una sinistra sempre più marcatamente liberista – quella che in particolare si è riconosciuta nelle elaborazioni del new labour e nella terza via di Tony Blair – nel giro di pochi anni è stato consegnato alla destra non solo in governo ma anche l’egemonia culturale del vecchio continente.

giovedì 21 giugno 2012

E loro andarono alla Diaz


A luglio si terrà il processo di Cassazione per i 10 manifestanti ancora alla sbarra per i fatti accaduti a Genova durante il G8 del 2001. L’accusa è “devastazione e saccheggio”. Rischiano dagli otto ai quindici anni di prigione ma intorno a questa vicenda giudiziaria il silenzio è pressoché totale. Parlare di loro significa infatti parlare di nuovo di cose scomode, riaccendere i riflettori anche sugli uomini dello Stato che ebbero responsabilità gravissime per i fatti di quei giorni, rendendosi colpevoli di una gestione dell’ordine pubblico indegna dell’ordinamento democratico della Repubblica. Amnesty International definì i fatti di Genova: “La più grave violazione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda guerra mondiale”. Molti di quegli uomini di Stato, già condannati in appello, saranno sottoposti anche loro dall’11 giugno al giudizio della Corte di Cassazione. Quella Corte che, a marzo, ha mandato assolto l’allora capo della polizia Gianni Di Gennaro, sia pur riconoscendo che il blitz delle forze dell’ordine alla scuola Diaz di Genova, fu “eseguito con inusitata violenza dai 300 agenti operanti”, in assenza per altro di “reali gesti di resistenza” da parte dei 93 no-global arrestati e portati nella caserma Bolzaneto dove, si legge nella sentenza, “subirono altri atti di prevaricazione”, anche dalla polizia penitenziaria.

Un passo avanti nel dibattito sulle coppie omosessuali


Finalmente il dibattito sui diritti civili ha assunto nel nostro Paese la dignità che merita. Dopo che si sono pronunciati a favore del matrimonio omosessuale Barack Obama e François Hollande, anche in Italia si è iniziato a parlare delle coppie omosessuali, seppur con qualche timidezza in più, che sconta la nostra arretratezza in questo campo.
Non a caso il nostro parlamento non è ancora riuscito ad approvare neanche una legge contro l’omofobia. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, in occasione del Bologna Pride, ha sostenuto la necessità di una legge per riconoscere giuridicamente e socialmente le coppie omosessuali.
Bisogna però rilevare che questo passo avanti è stato in parte sconfessato dal documento della commissione del PD sui diritti civili presieduta da Rosy Bindi, dove le affermazioni sulle unioni omosessuali sono volutamente meno chiare:

In Europa non c’è spazio per una sinistra incolore


Pubblichiamo un’intervista di Diodato Pirone al Presidente Nichi Vendola uscita il 18 giugno su Il Messaggero.

Presidente Vendola, soddisfatto del voto greco anche se i conservatori sono il primo partito?
«Guardo a questo terremoto politico-elettorale come all’insorgenza del caos. In realta’, quello greco è un voto prodotto scientificamente da quella che e’ stata forse la peggiore classe dirigente europea dalla seconda guerra mondiale. Mi riferisco alla coppia Sarkozy-Merkel. Il voto greco e’ la rappresentazione di un fatto: l’Europa rischia il suicidio se non rimette in pista un’idea alta di spazio politico e di costruzione democratica. L’Europa deve tornare ad essere un incrocio formidabile di diritti sociali e di diritti di libertà»

Resta il fatto che ad Atene hanno vinto i conservatori..
«La destra di Nuova Democrazia -prosegue il leader di Sel -vince sulla base di un sistema truffaldino di conteggio dei seggi. Si e’ proposta con una formula ambigua sul memorandum. Non si e’ presentata come paladina della macelleria sociale provocata dal memorandum di intesa con la troika composta da Ue, Bce e Fmi. Nuova Democrazia propone di rinegoziare i caratteri piu’ vessatori dell’accordo, anche perche’ non e’ che ci sia piu’m da prelevare granché, e di mettere sul mercato tutto cio’ che la Grecia non ha ancora venduto».

mercoledì 6 giugno 2012

“Un passo indietro nella civiltà dei diritti. A spese dei giovani”


Il voto di oggi al Senato rappresenta un passo indietro nella civiltà dei diritti del mondo del lavoro, precarizza ulteriormente il nostro mercato del lavoro, sfregia l’articolo 18 e non risponde alle giovani generazioni imprigionate nella precarietà esistenziale. L’asprezza della crisi sociale ed economica meriterebbe risposte forti e coraggiose, sia in termini di rilancio di politiche attive per il lavoro e di difesa e valorizzazione del patrimonio industriale, sia in termini di riqualificazione e irrobustimento del Welfare. Si va invece nella direzione contraria.
Si sono illuse le giovani generazioni, in loro nome si è approvata una riforma che peggiora le condizioni dei precari, delle partite iva e dei lavoratori autonomi, lasciati senza sostegno al reddito e distruggendo il poco welfare rimasto.

Vicini ai cittadini colpiti dal sisma


Continua a tremare la terra in Emilia Romagna. Una scossa di magnitudo 5.8 stamattina ha colpito la provincia modenese, ma tutto il Nord è stato interessato dal sisma. Ancora imprecisato il numero delle vittime che la regione rossa continua a piangere. Il paese più colpito è Cavezzo, quasi completamente distrutto, ma la situazione non migliora a Finale Emilia, Mirandola, Bologna, Ravenna e Cento. Città dove sotto le macerie si trovano ancora corpi. La redazione di Sinistra Ecologia Libertà esprime la propria vicinanza ai familiari delle vittime del terremoto e ai cittadini che stanno vivendo gravi momenti di difficoltà.

mercoledì 23 maggio 2012

DIAZ Non pulire questo sangue

A Rionero il regista Daniele Vicari ed Elettra Deiana
Cinema Vorrasi – giovedì 24 maggio, ore 20:00


E’ stata “la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale” aveva comunicato con sdegno Amnesty International. Un momento quello del G8 a Genova del 2001 nel quale la democrazia ha avuto una terribile sospensione nei propri diritti civili. 
In linea con tali considerazioni, l'Assessore alle politiche sociali della Provincia di Potenza, Paolo Pesacane, che da anni promuove la cultura della pace, della solidarietà e dei diritti umani (come  l'iniziativa  "percorsi umani"), in collaborazione con il CineClub Vittorio De Sica – BasilicataCinema di Rionero, ha inteso riaprire quella pagina, mediante la visione e il dibattito sul recente film che tanto fa discutere: DIAZ – Non pulire questo sangue, diretto da Daniele Vicari. Il film ha vinto, a febbraio, il Premio del Pubblico al Festival del Cinema di Berlino. Saranno presenti
il regista Daniele Vicari, insieme all'on. Elettra Deiana (parlamentare ai tempi del G8 di Genova), ospiti a Rionero presso il Cinema Vorrasi, giovedì 24 maggio alle ore 20:00. Il sindaco di Rionero, Antonio Placido, introdurrà e prenderà parte al dibattito, insieme all’assessore Pesacane, e ad Armando Lostaglio, responsabile del “De Sica”, per l’approfondimento critico del film.
Daniele Vicari, dedito per vocazione ad un cinema di impegno civile, ricostruisce i nove interminabili minuti scatenati dalla polizia nell’inferno della scuola DIAZ di Genova durante il G8,  in quel 21 luglio del 2001. La sua impeccabile regia si avvale di documenti e ricostruzioni giudiziarie. L’impegno civile di Vicari si delinea sull’onda lunga che fa di Elio Petri e di Francesco Rosi i cardini di un cinema, il nostro, ammirato e premiato nel mondo.