La Fiom in questi giorni con lo sciopero e le sue manifestazioni
testimonia ancora una volta che la questione del lavoro, dei diritti e
della democrazia, sono temi che non possono essere derubricati
dall’agenda politica.
La crisi economica, a lungo negata, è stata poi usata come alibi per
un progressivo indebolimento degli istituti che garantiscono diritti nel
mondo del lavoro, senza che queste operazioni abbiano portato la benché
minima ricaduta in termini di crescita economica. Per queste ragioni
così come nella raccolta firme per il ripristino dell’articolo 18 e per
il reddito minimo garantito, le ragioni dello sciopero sono anche le
ragioni di SEL. I continui attacchi al mondo del lavoro ci dicono che
norme sulla rappresentanza non possono più attendere.
Occorre ribadire con decisione la centralità del lavoro e la
necessità di una nuova politica economico, che attraverso la conversione
ecologica sia motore di un nuovo modello di sviluppo. Solo in questo
modo potranno affermarsi le ragioni di un nuovo modello sociale capace
di rispondere alla crisi in modo efficace.